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Ugo Maiorano
quando la tammorra diventa una scelta di vita
"La Vita è Bella perchè si balla"
( Nando Citarella )
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Dalla Terra alla Tavola, dal Tamburo al Cuore

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Pubblicato da web master in Musica della Tradizione · Sabato 07 Giu 2025 · Tempo di lettura 4:45
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Dalla Terra alla Tavola, dal Tamburo al Cuore – Lorenzo Montoro e Ugo Maiorano, un’Amicizia tra Cucina Stellata e Tradizione Popolare.

Tra i profumi intensi della cucina mediterranea e i battiti ancestrali della tammorra, c’è un legame profondo che unisce due uomini, due visioni, ma un’unica radice: la terra di Sarno. Lorenzo Montoro, chef stellato, e Ugo Maiorano, ricercatore e musicista delle tradizioni popolari, condividono un’amicizia autentica, nata all’interno delle rispettive famiglie e coltivata tra i racconti degli anziani, le ricette antiche e le notti trascorse a parlare di vita, cultura e identità.

Due percorsi, una sola visione.
Lorenzo Montoro è oggi Executive Chef del celebre ristorante Il Flauto di Pan di Villa Cimbrone a Ravello, una perla della Costiera Amalfitana. La sua cucina è una raffinata sinfonia di tecnica, emozione e memoria. A guidarlo è un legame profondo con la sua terra d’origine: Sarno, dove si trova la Masseria di famiglia, “dove il fratello Dario gestisce l’azienda agricola “Montoro Erbe”, cuore pulsante della sua filosofia “dalla terra alla tavola”. Qui si coltivano erbe aromatiche, ortaggi, frutti antichi e saperi che vengono trasformati in piatti contemporanei ma intrisi di tradizione.

Ugo Maiorano, anch’egli sarnese, è autore di saggi che hanno fatto scuola nel campo dell’etnomusicologia e della cultura popolare del Sud Italia. Con i suoi libri Terra e Tammorra, Eros e Tammorra e Tammorra e Grande Storia, ha ridato voce a un patrimonio immateriale spesso dimenticato: i canti rituali, le preghiere cantate, le danze comunitarie, i simboli ancestrali. La sua opera è un ponte tra generazioni, un archivio vivo che respira ancora nelle feste popolari e nelle parole degli ultimi.

Il cerchio della memoria: Zi Peppe “il poeta contadino”
Questa amicizia così profonda non nasce per caso. Affonda le radici nella storia familiare e affettiva, nei gesti semplici ma solenni della vita contadina. Un ruolo centrale lo ha avuto Zi Peppe Montoro, conosciuto e stimato come “il poeta contadino”, papà di Lorenzo e amico fraterno di Ugo Maiorano.
Zi Peppe non era solo un agricoltore: era un uomo di straordinaria sensibilità, un contadino filosofo che tra le zolle e gli alberi da frutto trovava ispirazione per poesie, riflessioni e narrazioni. Conosceva le erbe e le stagioni, ma anche il valore delle parole e dei silenzi. Nei suoi racconti c’era il senso del sacro quotidiano, della fatica nobilitata dal rispetto per la terra e della bellezza celata nei gesti umili.

Ugo e Zi Peppe erano legati da una profonda stima reciproca. Insieme a Lorenzo, trascorrevano giornate e nottate intere nella masseria di famiglia tra conversazioni dense e ricordi preziosi. Si parlava di cucina contadina, di antichi rituali, di poesia dialettale, di tamburi e sagre, di un mondo che cambiava ma che loro volevano salvare, almeno nel cuore.  Quelle serate non erano semplici incontri: erano veri e propri rituali comunitari, piccole università della tradizione. Attorno al camino o sotto un pergolato, con un piatto caldo e un bicchiere di vino, si tramandavano saperi e si immaginava il futuro con gli occhi rivolti al passato.

Tradizione che evolve, amicizia che resta.
Oggi, anche se Zi Peppe non c’è più, il suo spirito continua a vivere nei piatti di Lorenzo e nelle parole di Ugo. Il suo esempio resta un faro per entrambi: per lo chef che trasforma la memoria in eccellenza, e per il ricercatore che restituisce voce ai silenzi della cultura popolare.
«Zi Peppe era un uomo che sapeva fare poesia con le mani nella terra – racconta Ugo –.
Parlare con lui era come aprire un libro antico, pieno di sapienza e verità.»
«Mio padre – dice Lorenzo – mi ha insegnato che la cucina non è solo tecnica: è rispetto, amore, identità. Ogni piatto che preparo è un omaggio a lui.»

Un sogno condiviso
L’amicizia tra Lorenzo Montoro e Ugo Maiorano non è solo un fatto personale: è una visione condivisa. Insieme immaginano un progetto che unisca la cucina di territorio con la musica popolare, l’arte contadina con la poesia orale. Un evento, una pubblicazione, una celebrazione della bellezza semplice e profonda delle radici.
In un tempo che dimentica, loro ricordano. E ci ricordano che le cose più vere hanno il passo lento del contadino, il suono caldo della tammorra e il profumo sincero di una minestra cucinata con amore.



Ugo Maiorano
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